Il mondo della scienza si fonde ancora una volta con il regno animale, come è recentemente accaduto con i robot composti da cellule di insetti, dando vita ai nuovi radar planetari ispirati ai pipistrelli. L’ordine dei pipistrelli è il secondo in grandezza per numero di specie tra i mammiferi esistenti; questi piccoli mostri della notte, a dispetto del loro sgradevole aspetto, sono animali molto sofisticati poiché utilizzano fasci di suono ad alta frequenza per riuscire ad orientarsi e catturare le prede.
Ed è proprio questa incredibile caratteristica ad aver ispirato alcune modifiche ai Radar Planetari, progettati con lo scopo di ottenere informazioni accurate riguardo il sottosuolo di Marte e degli altri pianeti del Sistema Solare, analizzando la loro composizione e complessa struttura.
La notizia è giunta al pubblico grazie ad un articolo pubblicato sulla nota rivista scientifica Nature Communications, descrivendo come la nuova tecnologia ispirata al radar biologico dei pipistrelli sia stata ultimata in Italia, più precisamente nell’Università di Trento, da Lorenzo Bruzzone e Leonardo Carrer.

Come Funziona Il Radar?

Vi siete mai chiesti come riescano i pipistrelli a volare di notte senza la necessità di vedere? La risposta è grazie al proprio sonar biologico in grado di emettere ultra-suoni, che danno al mammifero volante la percezione della distanza e della grandezza degli oggetti circostanti.
Questa feature che permette di “misurare” l’ambiente circostante, produce onde sonore e di conseguenza anche il cosiddetto segnale di ritorno, che fornisce informazioni riguardo ogni materia solida con la quale si vanno a scontrare.

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Come funzionano pipistrelli e ultrasuoni?

L’ampiezza del segnale emesso dal sonar dei pipistrelli è maggiore di qualsiasi altro radar fino ad ora conosciuto poiché agisce su ben due bande diverse, fornendo così il doppio delle informazioni.
Il team di ricercatori che ha dato vita al progetto ha deciso di ispirarsi all’animale proprio grazie a questo sofisticato e funzionale meccanismo, riuscendo a migliorare ed incrementare al massimo l’efficacia dei radar planetari. Bruzzone dichiara: ”Abbiamo applicato l’idea della doppia banda di frequenza per migliorare la definizione delle nostre rilevazioni per studi geofisici effettuati con radar capaci di penetrare sotto la superficie dei corpi celesti del sistema solare”.
L’esperto ha poi aggiunto in seguito: ”questa doppia rilevazione è utile per distinguere in modo accurato tra i segnali provenienti dalla superficie e quelli provenienti dal sottosuolo dei pianeti e delle loro lune“.

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A cosa servirà il nuovo radar planetario?

Il principale utilizzo di questo nuovo radar ispirato ai pipistrelli sarà quello di comprendere a pieno la struttura geologica di pianeti e corpi celesti che popolano la galassia, registrando informazioni molto dettagliate a riguardo. Ad oggi questa tecnica è stata testata sull’elaborazione dei dati inviati da alcune sonde che attualmente si trovano su Marte; quale sarà il prossimo passo?